Documento di sintesi gruppo Acqua

Da Rete Comitati Veneto.
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PROPOSTE CONCRETE PER UNA POLITICA DELL’ACQUA SOSTENIBILE (Relazione sintetica a cura di Vincenzo Pellegrino)

USI CIVILI

Riduzione del consumo

  1. Aggiornamento e razionalizzazione del Piano regionale degli acquedotti;
  2. finanziamento di interventi di manutenzione, anche straordinaria, delle reti acquedottistiche;
  3. campagne di sensibilizzazione per la riduzione degli sprechi e dei consumi;
  4. realizzare serbatoi di accumulo domestico delle acque di pioggia per irrigazione di orti e giardini e alimentazione wc;

Riduzione dell’inquinamento

  1. Completamento/messa in efficienza dei sistemi di depurazione civile;
  2. no allo spargimento dei fanghi di depurazione su campi destinati a produzioni alimentari;
  3. riduzione del consumo di detersivi e detergenti ad alto impatto chimico;
  4. sostituzione dei sistemi fognari misti con quelli a linee separate per acque nere e meteoriche.

Su tutto

  1. Sì alla disponibilità di acqua potabile come diritto fondamentale ed inalienabile per ogni essere umano; no alla sua mercificazione;
  2. difesa degli esiti dei Referendum del 2011: sì alla ripubblicizzazione del servizio idrico secondo il modello dell’azienda speciale a gestione partecipata e monoservizio; 
  3. immediata cancellazione della norma che introduce i “distacchi” per morosità incolpevole ed il divieto di allaccio a case occupate “senza titolo”;
  4. no alla privatizzazione del servizio idrico; sostegno alla campagna di "obbedienza civile" attraverso l'autoriduzione delle bollette con eliminazione della voce relativa alla "remunerazione del capitale";
  5. attivazione di un'ampia campagna popolare per l'applicazione dei risultati referendari e per l'inserimento in Costituzuione del "Diritto all'Acqua";
  6. revisione dei criteri di assegnazione e di tariffazione delle concessioni per acque minerali.

SETTORE AGRICOLO

Irrigazione

  1. Incentivazione di pratiche colturali a bassa richiesta d’acqua;
  2. promozione dell’utilizzo di tecniche di irrigazione ad alto rendimento come quelle “a goccia” e per sub-irrigazione;
  3. passaggio  da monocolture a coltivazioni differenziate;
  4. favorire la transizione verso coltivazioni biologiche, biodinamiche, integrate e a filiera corta (Km Zero, agricoltura di prossimità); progressiva riduzione dell’uso di sostanze altamente inquinanti come erbicidi e pesticidi;
  5. no alla produzione dei cosiddetti biocombustibili e di OGM;
  6. governo partecipato dei Consorzi di bonifica-irrigazione con tariffazione correlata alla sostenibilità.

Zootecnia

  1. Riduzione della domanda di carne con il rilancio della dieta mediterranea e la promozione di quelle vegetariana e vegana e comunque a basso consumo di carne e proteine animali;
  2. no agli allevamenti di tipo intensivo; sì all’allevamento di animali "in libertà" con alpeggio in collina – montagna;
  3. stringenti obblighi di depurazione delle acque di scarico degli allevamenti e attuazione di controlli sulla qualità;
  4. no all’uso di acque reflue dei campi per abbeverare il bestiame;
  5. dalla PAC (Politica Agricola Comunitaria) spesso irrazionale e contraddittoria alla PAR (Politica Agricola Regionale) in grado di valorizzare le specificità locali e far incontrare, con una filiera corta, l’offerta dei prodotti con la domanda. Promozione al consumo di prodotti locali.

SETTORE INDUSTRIALE

Riduzione del consumo

  1. Introduzione delle “migliori tecnologie disponibili” per ridurre la quantità d’acqua utilizzata nelle industrie ad alto consumo come cartiere, concerie e impianti chimici;

Riduzione dell’inquinamento

  1. Conversione ecosostenibile delle attività industriali; cessazione di quelle ad alto impatto ambientale e sanitario non convertibili;
  2. introduzione del divieto di produzione industriale di materiali inquinanti e sostanze pericolose; obbligo dei produttori all'uso di imballaggi realizzati in materiali integralmente riciclabili;
  3. completamento e messa in efficienza dei sistemi di depurazione con attuazione sistematica dei controlli e superamento della normativa sugli scarichi che prevede l’obbligo di preavviso dei controlli (Legge Merli).

SETTORE IDROELETTRICO

  1. Stop al rilascio di nuove concessioni e autorizzazioni per impianti idroelettrici su acque superficiali; messa in efficienza e mitigazione degli impianti esistenti; sì a eventuali nuovi impianti solo se non impattanti;
  2. passaggio dal concetto di deflusso minimo vitale (DMV) a deflusso ecologico (DE) in grado di garantire il mantenimento degli obiettivi di qualità ecologica di un corpo idrico e dei suoi servizi ecosistemici;
  3. reali e sistematici controlli per garantire il rispetto deflusso ecologico nei tratti dei corsi d’acqua sottesi da derivazioni;
  4. sì allo sfruttamento idroelettrico, anche con incentivi, di salti/portate su collettori fognari, condotte acquedottistiche e canalizzazioni in genere;
  5. revisione degli attuali strumenti di incentivo da mantenere solo per impianti che soddisfino tutti i requisiti di tutela dei corsi d’acqua  [1] e della biodiversità;
  6. procedure aperte e partecipate da tutti i portatori d'interesse nella definizione dei Piani di Gestione dei Bacini idrografici.

DISSESTO IDROGEOLOGICO ED IDRAULICO

Montagna

  1. Rimboschimento della fascia pedemontana e sistemazione, mediante tecniche di ingegneria naturalistica, delle pendici montane e collinari instabili; cura dei boschi esistenti;
  2. utilizzo dei bacini e micro-bacini montani e pedemontani per favorire il trattenimento delle precipitazioni a monte con conseguente riduzione delle portate di piena;
  3. incentivare il ripopolamento delle valli montane e la rimessa a coltura dei terreni abbandonati anche con realizzazione di nuovi terrazzamenti.

Pianura

  1. Stop immediato ed assoluto al consumo di suolo sia agricolo che naturale;
  2. riqualificazione, rinaturalizzazione e manutenzione fluviale;
  3. restituzione ai corsi d’acqua di sufficienti spazi per l’espansione delle acque di piena anche attraverso l’arretramento, ove possibile, degli argini maestri e formazione di ampi bacini di laminazione su aree agricole limitrofe ai fiumi;
  4. recupero all’uso agricolo o a verde pubblico delle molte aree industriali e artigianali dismesse e abbandonate;
  5. valorizzazione ed uso dei corsi d’acqua idonei come vie di navigazione in particolare per il trasporto merci: messa in effettivo esercizio del Po e del Fissero – Tartaro – Canal Bianco – Po di Levante quali reali vie di trasporto interno per le merci;
  6. in via generale, serve invertire l'attuale gestione del territorio favorendo la permeabilità dei suoli (coefficiente udometrico) ed il rallentamento della velocità di deflusso delle acque verso valle.

GENERALI

PIANIFICAZIONE DEGLI USI

  1. L’utilizzo dell’acqua deve avvenire attraverso una sua attenta pianificazione che consideri l’acqua innanzitutto come un elemento naturale necessario alla vita sulla terra e quindi come una risorsa rinnovabile ma limitata; il suo uso deve avvenire nel rispetto dell’equilibrio del suo ciclo naturale;
  2. serve quindi una politica che limiti i consumi e riduca drasticamente i carichi inquinanti che, a causa dei processi di accumulo negli organismi viventi, determinano patologie gravi, danni alla salute e relativi costi;
  3. partecipazione democratica alla guida dei Consorzi di bonifica-irrigazione e introduzione di strumenti di “controllo popolare” sull’attività di organi tecnici quali Autorità di Bacino e Geni civili;
  4. sì all’introduzione dei “contratti di fiume” per una tutela partecipata del corso d’acqua e per un uso solidale delle sue acque;
  5. riscoperta e rilancio della “cultura fluviale” per la valorizzazione ambientale e culturale dei corsi d’acqua;
  6. forte azione di informazione e sensibilizzazione della popolazione ed educazione nelle scuole a favore di un uso responsabile e della tutela della risorsa Acqua.

TUTELA DALL’INQUINAMENTO

  1. Introduzione di sanzioni penali in caso di inquinamento doloso o colposo delle acque;
  2. introduzione di norme di tutela speciale dall’inquinamento della fascia di ricarica delle falde (dalla gronda pedemontana alla linea delle risorgive) particolarmente estesa e importante in Veneto (no a cave, discariche, produzioni inquinanti).