Documento di sintesi gruppo Acqua

Da Rete Comitati Veneto.
Versione del 23 dic 2014 alle 02:38 di Spartacovitiello (Discussione | contributi)

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PROPOSTE CONCRET PER UNA POLITICA DELL’ACQUA SOSTENIBILE  ( relazione sintetica a cura di Vincenzo Pellegrino)

SETTORE AGRICOLO

Irrigazione:

  1. Incentivazione di pratiche colturali a bassa richiesta d’acqua;
  2. promozione dell’utilizzo di tecniche di irrigazione ad alto rendimento come quelle “a goccia” e per sub-irrigazione;
  3. passaggio da coltivazioni estensive (mais, soia, grano) a intensive (ortaggi, frutteti, in serra);
  4. favorire la transizione verso coltivazioni biologiche, biodinamiche, integrate e a filiera corta (Km Zero, agricoltura di prossimità); no all’uso di sostanze altamente inquinanti come erbicidi e pesticidi;
  5. no alla produzione dei cosiddetti biocombustibili e di OGM;
  6. governo partecipato dei Consorzi di bonifica-irrigazione con tariffazione correlata alla sostenibilità.

Zootecnia

  1. Riduzione della domanda di carne con il rilancio della dieta mediterranea e la promozione di quelle vegetariana e vegana e comunque a basso consumo di carne e proteine animali;
  2. no agli allevamenti di tipo intensivo; sì all’allevamento con in libertà con alpeggio in collina – montagna;
  3. stringenti obblighi di depurazione delle acque di scarico degli allevamenti e attuazione di controlli sulla qualità;
  4. no all’uso di acque reflue dei campi per abbeverare il bestiame;
  5. dalla PAC (Politica Agricola Comunitaria) spesso irrazionale e contraddittoria alla PAR (Politica Agricola Regionale) in grado di valorizzare le specificità locali e far incontrare, con una filiera corta, l’offerta dei prodotti con la domanda. Promozione al consumo di prodotti locali.

SETTORE INDUSTRIALE

Riduzione del consumo

  1. Introduzione delle “migliori tecnologie disponibili” per ridurre la quantità d’acqua  nelle industrie ad alto consumo come cartiere, concerie e impianti chimici;

Riduzione dell’inquinamento

  1. Conversione ecosostenibile delle attività industriali; cessazione di quelle ad alto impatto ambientale e sanitario non convertibili;
  2. divieto di produzione di materiali non riciclabili e sostanze pericolose;
  3. completamento e messa in efficienza dei sistemi di depurazione con attuazione sistematica dei controlli e superamento della normativa sugli scarichi che prevede l’obbligo di preavviso (Legge Merli).

SETTORE IDROELETTRICO

  1. Stop alla costruzione di nuovi impianti in contesti naturali;
  2. messa in efficienza e naturalizzazione degli impianti esistenti;
  3. reali e sistematici controlli per garantire il deflusso minimo vitale nei tratti sottesi in tutti i corsi d’acqua;
  4. sfruttamento di salti/portate su collettori fognari, condotte e canalizzazioni in genere;
  5. no ad incentivi per impianti in qualsiasi modo impattanti;
  6. sì alla trasformazione di impianti di produzione con derivazione in impianti “in alveo”.

USI CIVILI

Riduzione del consumo

  1. Aggiornamento e razionalizzazione del Piano regionale degli acquedotti;
  2. finanziamento di interventi di manutenzione, anche straordinaria, delle reti acquedottistiche;
  3. campagne di sensibilizzazione per la riduzione degli sprechi e dei consumi;
  4. realizzare serbatoi di accumulo domestico delle acque di pioggia per irrigazione di orti e giardini e alimentazione wc;

Riduzione dell’inquinamento

  1. Completamento/messa in efficienza dei sistemi di depurazione civile;
  2. no allo spargimento dei fanghi di depurazione sui campi;
  3. riduzione del consumo di detersivi e detergenti ad alto impatto chimico;
  4. sostituzione dei sistemi fognari misti con quelli a linee separate per acque nere e meteoriche.

Su tutto

  1. No alla mercificazione dell’Acqua che deve invece rimanere, per gli usi umani, un Bene comune garantito a tutti in base ai bisogni; partecipazione diretta dei cittadini-utenti nella gestione degli A.T.O. (Ambiti territoriali ottimali) e degli Enti di gestione, che devono rimanere integralmente pubblici;
  2. no all’introduzione di logiche speculative di tipo finanziario nel settore idropotabile; nessuna produzione di profitto attraverso l’acqua;
  3. immediata cancellazione della norma che introduce i “distacchi” per morosità ed il divieto di allaccio a case occupate “senza titolo”;
  4. difesa degli esiti dei referendum: no alla privatizzazione del servizio, no alla remunerazione del capitale;
  5. revisione dei criteri di assegnazione e di tariffazione delle concessioni per acque minerali.

DISSESTO IDROGEOLOGICO ED IDRAULICO

Montagna

  1. Rimboschimento e sistemazione delle pendici montane e collinari; cura dei boschi esistenti;
  2. ripristino dei bacini e micro-bacini montani per favorire l’accumulo a monte;
  3. incentivare il ripopolamento delle valli montane e la rimessa a coltura dei terreni abbandonati con realizzazione di nuovi terrazzamenti.

Pianura

  1. Stop immediato ed assoluto al consumo di suolo sia agricolo che naturale;
  2. manutenzione, riqualificazione e rinaturalizzazione fluviale;
  3. restituzione ai corsi d’acqua di sufficienti spazi per l’espansione delle acque di piena anche attraverso l’arretramento, ove possibile, degli argini maestri e formazione di ampi bacini di laminazione su aree agricole limitrofe ai corsi d’acqua;
  4. recupero all’uso agricolo o a verde pubblico delle molte aree industriali e artigianali dismesse e abbandonate;
  5. valorizzazione ed uso dei corsi d’acqua idonei come vie di navigazione in particolare per il trasporto merci: messa in effettivo esercizio del Po e del Fissero – Tartaro – Canal Bianco – Po di Levante quali reali vie di trasporto interno per le merci.

GENERALI

PIANIFICAZIONE DEGLI USI

  1. L’utilizzo dell’acqua deve avvenire attraverso una sua attenta pianificazione che consideri l’acqua innanzitutto come un elemento naturale necessario alla vita sulla terra e quindi come una risorsa rinnovabile ma limitata; il suo uso deve avvenire nel rispetto dell’equilibrio del suo ciclo naturale;
  2. serve quindi una politica che limiti i consumi e riduca drasticamente i carichi inquinanti che, a causa dei processi di accumulo negli organismi viventi, determinano patologie gravi, danni alla salute e relativi costi;
  3. partecipazione democratica alla guida dei Consorzi di bonifica-irrigazione e introduzione di strumenti di “controllo popolare” sull’attività di organi tecnici quali Autorità di Bacino e Geni civili;
  4. sì all’introduzione dei “contratti di fiume” per una tutela partecipata del corso d’acqua e per un uso solidale delle sue acque;
  5. riscoperta e rilancio della “cultura fluviale” per la valorizzazione ambientale e culturale dei corsi d’acqua;
  6. forte azione di informazione e sensibilizzazione della popolazione ed educazione nelle scuole a favore di un uso responsabile e della tutela della risorsa Acqua.

TUTELA DALL’INQUINAMENTO

  1. Introduzione di sanzioni penali in caso di inquinamento doloso o colposo delle acque;
  2. introduzione di norme di tutela speciale dall’inquinamento della fascia di ricarica delle falde (dalla gronda pedemontana alla linea delle risorgive) particolarmente estesa e importante in Veneto (no a cave, discariche, produzioni inquinanti).