Documento di sintesi gruppo Energia

Da Rete Comitati Veneto.

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a cura di Michele Boato, Paolo Cacciari, Gianni Tamino, Luca Fattambrini

Programma regionale Energia

- Riduzione dei consumi, efficienza energetica e risparmio: non basta semplicemente sostituire il solare e l’eolico all’impiego di petrolio e metano: le energie rinnovabili vanno accoppiate ad un grande sviluppo di risparmio ed efficienza energetica, per far diminuire i consumi, anche con innovazioni tecnologiche.

- Vere energie rinnovabili, in luoghi idonei: le fonti sono rinnovabili se hanno capacità di rigenerazione superiori al consumo Quindi la fonte deve rigenerarsi nello spazio e nel tempo di utilizzo. Invece le fonti fossili (gas, petrolio e carbone) hanno cicli di rigenerazione di ere geologiche. Ma anche le biomasse, se provengono da lontano provocano distruzione di boschi e foreste) non sono sostenibili. Così l’uso energetico delle acque può compromettere ecosistemi e naturalezza dei fiumi, il fotovoltaico e l’eolico (tecnologie in generale positive), se mal collocate, possono alterare il paesaggio e la funzione agricola dei campi.

- No ai combustibili fossili, in particolare al carbone (a Marghera e P.Tolle): non abbiamo bisogno di nuove centrali, ma di sostituire le centrali più inquinanti con fonti veramente rinnovabili e sostenibili.

- No alle trivellazioni per la ricerca e sfruttamento di gas e petrolio anche in relazione alla particolare vulnerabilità del Delta e delle lagune veneziane in ordine alla subsidenza e all’aumento del livello medio del mare

- No agli impianti a biomasse e agli incentivi (promossi anche dalla Regione Veneto) al di fuori di precise condizioni: il recupero di energia dalle biomasse è una possibilità solo a patto che la materia prima sia prelevata in loco e nel massimo rispetto degli equilibri ambientali (manutenzioni dei boschi, residui di segherie) e che la produzione di energia avvenga in impianti di piccola taglia. I Fondi Europei devono favorire le vere fonti rinnovabili, non le centrali a biomasse.

- Dal modello energetico accentrato delle grandi centrali, si passi al modello decentrato (smart grids, reti intelligenti)

- Vanno fatti, con la partecipazione popolare, Piani energetici Comunali delle Energie Sostenibili (PAES) con cui, tra l’altro, vanno create e sostenute “reti di energia popolari”, anche attraverso l’azionariato popolare, per installare sistemi energetici di autosufficienza locale.

- Nuova politica urbanistica, nuova edilizia, nuova mobilità: edilizia e nuove costruzioni a consumo zero. Mobilità pubblica efficiente.

-Creazione di una Agenzia regionale per l’Energia (come esistono in FVG ed E.R.), organo tecnico con lo scopo di informare, formare, dare consulenza e progettazione sia ai singoli che alle aziende e ai Comuni (anche per i PAES). - Va promosso il sistema delle ESCO (Energy Service Company) per sostenere singoli, gruppi e Enti locali nel risparmio energetico e uso fonti rinnovabili.

- Va creato un Fondo per l’assistenza ai soggetti in “morosità involontaria” nel pagamento delle bollette energetiche (analogamente a quanto fatto a Cremona per le bollette dell’acqua con la “Banca dell’acqua”)

Sulla base di questi contenuti va rifatto il Piano Energetico Regionale  (adeguato al V Rapporto dell’ IPCC, Intergovernmental Panel on Climate Change e al Patto di Lima COP20 sul cambio climatico) , anche attraverso la pubblica discussione con i cittadini.

Risorse e rifiuti

Il Veneto può e deve puntare alla riduzione del 20% dei rifiuti prodotti e almeno all’80% di raccolta differenziata e riciclo, attraverso il sistema porta a porta . Già Ponte nelle Alpi (col suo 90%) ed altri 34 Comuni superano l’85% di differenziata e quasi un centinaio di Comuni superano l’80%.

Servono iniziative forti per favorire la progettazione e commercializzazione di prodotti facilmente riparabili e riusabili e penalizzare gli usa e getta e quelli non riparabili (ad obsolescenza programmata).

- Comunque già ora, arrivati al 66%,vanno chiusi gli ultimi due inceneritori , a Padova e Schio e non va riattivato il “bidone” di Verona. L’incenerimento dei rifiuti non va attuato, anche per motivi sanitari, neppure nelle centrali elettriche, nei cementifici o in altri impianti.

- Le frazioni organiche dei rifiuti non vanno bruciate, nemmeno indirettamente come biogas, è decisamente meglio il recupero di  attraverso la produzione di compost ottenuto per via aerobica che restituisce all’ambiente materia organica e riduce il carbonio in atmosfera.

- E vanno raccolte e recuperate come materia anche le altre frazioni, carta, plastiche, metalli, legno e tessili. Con la raccolta domiciliare, va introdotta in tutti i comuni la tariffa proporzionale alla quantità di rifiuto “non riciclabile” in modo da ridurre i rifiuti, le discariche e i costi che le utenze sostengono. Anche la frazione detta “non riciclabile” va riciclata col sistema dell’estrusione attuata già in vari impianti anche in Veneto.

- Vanno avviate indagini epidemiologiche sugli effetti sanitari degli inceneritori di Padova e di Schio

Il Piano Regionale Rifiuti va radicalmente rifatto sulla base di questi contenuti. E va riformato il sistema delle Commissioni regionali di Valutazione Ambientale, oggi del tutto dipendenti dalla volontà politica della Giunta.